Pentaform è una startup londinese che, considerando l’attuale panorama tecnologico, ha deciso che i tempi sono maturi per costringerere i computer portatili a un’evoluzione: abbandonare lo schermo.
Il ragionamento ha un suo senso: poiché ormai ci sono schermi praticamente in ogni luogo – si tratti di un monitor, un televisore, o anche un tablet – un laptop potrebbe fare a meno di un display proprio, e usarne di volta in volta uno diverso.
Pazienza – ragiona Pentaform – se ciò lo farà assomigliare più a un Commodore 64, o meglio ancora a uno Sinclair QL, che a un portatile come siamo abituati a immaginarlo: ciò che non c’è – lo schermo integrato, per l’appunto – non si può rompere, né trasformarsi in un rifiuto elettronico.
Partendo da queste idee, l’azienda ha avviato una campagna su Kickstarter (che peraltro ha avuto successo) allo scopo di finanziare la costruzione di Abacus, un computer portatile ed economico contenuto tutto in una tastiera.
Pensato per essere venduto a 124 sterline (circa 145 euro) nella versione base, Abacus si basa sul processore Intel Atom Z8350, generalmente usato dai PC ultracompatti, ed è dotato di connettività Wi-Fi e Bluetooth.
Dispone inoltre di 2 GB di RAM e di un eMMC da 32 Gbyte come memoria interna, aumentabili a 4 oppure 8 Gbyte e 64 oppure 128 Gbyte rispettivamente scegliendo versioni più costose.
Grazie alla soluzione battezzata Infinity Connect, poi, la tastiera (che dispone di un trackpad integrato) può essere separata dal computer vero e proprio: in questo modo il computer può restare collegato al monitor mentre la tastiera può essere adoperata a distanza, offrendo una soluzione comoda per chi vuole collegare Abacus al televisore e poi desidera poterlo gestire dal divano.
Abacus, pur non essendo particolarmente potente, supporta sia Windows 10 (che è preinstallato) che Linux e, a detta di Pentaform, consuma «il 75% in meno rispetto a un normale PC».
Fonte Olimpoinformatico – Pentaform