Dicono che le aziende ora “debbano metterci la faccia”..
bene, eccomi qui.
Il sogno nel cassetto: diventare medico chirurgo. Le prospettive di realizzarlo: nulle dalla separazione dei miei… università scordata dopo pochi mesi.
Comincio a lavorare… avevo fatto informatica alle superiori e cominciava a piacermi sul serio. Continuo a studiare, nel tempo libero, la sera, di notte, quando l’informatica era ancora l’M24, quando sbalordiva il primo Pentium, quando Bill Gates debuttava con Windows 98. Fantascienza per l’epoca e l’italia sempre anni luce indietro rispetto agli altri paesi.
Nasce anche miopc.com, la mia minuscola aziendina di informatica. Prestavo assistenza, mi cimentavo in lavori di grafica ma “senza grandi pretese”, mi divertivo tanto pur lavorando. Avevo anche cominciato a lavorare per un ente come libero professionista, prestavo assistenza informatica all’interno di un’Asl. Un giorno mi capita di dover sistemare un computer negli uffici del centralino… lo stupore… Tutti gli operatori erano non vedenti ma ciò nonostante mi spiegavano il problema e mi indicavano sul monitor “Vedi? il problema è qui.” Persone incredibili, solari, positive. sempre e comunque.
Studiare lavorando non è stato cosi semplice, non tutte le facoltà davano libertà di scelta per l’essere presente alle lezioni o meno. Cerco tra i vari politecnici quali mi avrebbero concesso di seguire lezioni in videoconferenza e trovo finalmente Lugano e trovo l’oggetto della tesi.
“Utilizzo degli strumenti informatici da parte dei portatori di handicap”.
Si apre un mondo bellissimo, un mondo che purtroppo non sono riuscita a trasformare in lavoro. Troppa la burocrazia, troppi i cavilli, esorbitanti i costi. Professionalmente sono cresciuta tantissimo anche grazie a loro, mi hanno insegnato cosa voglia dire essere sempre sorridenti, mi hanno insegnato quali siano i veri limiti nella vita.