Check Point Research segnala un aumento del 45% degli attacchi informatici alle organizzazioni sanitarie su base mondiale negli ultimi due mesi, facendo del settore sanitario il più bersagliato dai cybercriminali.
Secondo i ricercatori, gli ospedali sono dei bersagli molto appetibili perché sono più disposti a soddisfare le richieste di riscatto, sotto la pressione travolgente della crescita dei casi di coronavirus e le spinte per i programmi di vaccinazione.
Il settore sanitario ha subito un aumento di attacchi medio del 45%, praticamente pari al doppio dell’aumento medio (+22%) dei cyber-attacchi in tutti gli altri settori industriali.
Il numero medio di attacchi settimanali nel settore sanitario ha raggiunto 626 per organizzazione nel mese di novembre, contro i 430 in media dei mesi precedenti.
Le ondate di attacchi informatici al settore sanitario si sono verificate soprattutto in Europa centrale (+145%), seguita dall’Asia orientale (+137%), dall’America Latina (+112%), dall’Europa (+67%) e dal Nord America (+37%).
Il Canada ha registrato il picco più drastico, con un aumento di oltre il 250% degli attacchi, seguito dalla Germania con un aumento del 220%. Gli attacchi al settore sanitario spagnolo sono praticamente raddoppiati, +100%. Al quarto posto c’è l’Italia con un aumento dell’81%.
La variante principale del ransomware utilizzato negli attacchi è Ryuk, seguita da Sodinokibi.